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Avalorn - Cap5 p2

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Xandrex91's avatar
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Che l'avventura abbia inizio!



Capitolo 5 - Il figlio smarrito (parte seconda)




Era una delle poche case ad essere fatta di pietre e ad avere delle tegole sul tetto. Inoltre era circondata da un giardino delimitato da una piccola cinta di pietra, adornata da diversi cespugli di rose dai colori variopinti.
Bernardo si avvicinò alla porta e bussò.
«Norman, apri... forse ho la soluzione ad entrambi i nostri problemi...»
La porta si aprì lentamente, all’interno c’era una donna halfling dai capelli biondi raccolti in una lunga treccia.
«Mio marito non c’è... è uscito per andare a cercare Mirmo. Ma accomodatevi pure se volete.»
Sempre chinandosi per evitare di battere la testa, entrambi entrarono seguiti da Bernardo che richiuse la porta alle sue spalle.
Tutti si misero a sedere, le poltrone della sala erano abbastanza grandi e comode anche per il giovane umano e per l’elfa.
«Stavo preparando il tè, prego servitevi pure. Ho giusto qualche pasticcino in più per voi, se volete.»
La padrona di casa offrì qualche pasticcino a tutti, ma Bernardo ed Eleanor rifiutarono con un cenno della mano. L’unico che li prese fu Marcus, che sembrava alquanto affamato.
Da quando aveva lasciato Arboren non era riuscito a rifocillarsi come si deve: per tutto il viaggio la druida lo aveva costretto a nutrirsi di bacche ed insetti o di qualunque altra atrocità riuscivano a trovare lungo il cammino.
«Mi dispiace per ciò che è successo, Mirta.» intervenne ad un certo punto il capo villaggio.
Mirta appoggiò i gomiti sulle ginocchia tenendo la testa china fra le mani.
«Povero Norman... si sente così in colpa per aver lasciato Mirmo da solo. Quel ragazzo ci sta dando un sacco di preoccupazioni di recente.»
Eleanor si tese leggermente in avanti, come per rassicurarla.
«Siamo qui per aiutare, cosa è successo esattamente?»
«E’ successo tutto così in fretta, è tutta colpa nostra... non siamo stati in grado di capire che Mirmo aveva bisogno di noi. Il figlio del fabbro è scomparso e lui ha voluto a tutti i costi andare a cercarlo. E’ chiaro che l’ha fatto per dirci qualcosa, avremmo dovuto capirlo prima. Ora chissà in quale guaio si sarà cacciato...»
«Glielo avevo detto di stare fuori dai piedi, ma non ha voluto ascoltarmi...» borbottò Bernardo.
All’improvviso si udì un rumore proveniente dall’altra stanza, il rumore di una porta che si chiudeva lentamente.
Poi anche Norman fece il suo ingresso nel salotto.
«Ultimamente non ascoltava più nessuno... credo che ormai credesse più alle storie dei suoi libri che non a ciò che la gente gli diceva.»
Anche lui si avvicinò alle poltrone e, squadrando i nuovi arrivati dal basso verso l’alto, riprese:
«Cara, chi sono questi signori? Spero non siano qui per affari... oggi non sono proprio in vena.»
Eleanor intervenne senza lasciare il tempo a Mirta di rispondere.
«Siamo qui per aiutarvi, sappiamo che vostro figlio è scomparso... ma dobbiamo saperne di più al riguardo.»
«Oh beh, certo. Tutto è iniziato nel pomeriggio, quando Mirmo si trovava in piazza e...»
Norman, sollevato ma al tempo stesso imbarazzato, raccontò loro ciò che era successo il giorno della scomparsa. Eleanor ascoltava attentamente ciò che l’halfling aveva da dire, sperando in qualche modo di ottenere informazioni utili riguardo al luogo dove il ragazzo si fosse nascosto.
«Non avete proprio idea di dove possa essersi nascosto? Deve esserci un posto in particolare in cui andava spesso da solo...» chiese ad un tratto lei.
«Io... beh, onestamente non so.» disse il padre massaggiandosi il mento.
La druida inarcò le sopracciglia insistendo con un tono di voce più deciso.
«E’ importante se volete ritrovare vostro figlio.»
Norman sostò pensieroso fino a che qualcosa si accese nella sua mente.
«Lui passava molto tempo in camera... ma quando non era lì, amava vagare per i boschi attorno al villaggio... non so esattamente cosa facesse lì però.»
«Le terre attorno al vostro villaggio non sono certo il luogo adatto ad un giovane halfling.»
«La druida ha ragione» precisò Bernardo «Le colline attorno al villaggio sono piene di caverne e cunicoli sotterranei; molti di essi si estendono per diverse miglia in profondità nel terreno. Esistono da prima che Little Ling fosse fondata... per non parlare poi di ciò che potrebbe nascondersi al loro interno.»
All’improvviso nella stanza calò un silenzio tombale, le ultime parole pronunciate dall’halfling risuonavano come una macabra premonizione.
Tutti rimasero immobili, erano ben consci infatti dei pericoli che si nascondevano fra quelle alture. Tutti tranne Marcus, che non comprendeva la ragione di tutto quel raccoglimento.
All’improvviso il ragazzo abbandonò la posizione rilassata sulla poltrona, raddrizzando di colpo la schiena.
«Aspettate un momento... mi state dicendo che il ragazzo potrebbe trovarsi sia sopra che sotto le Colline Boscose?»
Eleanor fece lentamente cenno di sì col capo.
«Perfetto... » disse ironicamente il giovane umano prima di abbandonarsi di nuovo sulla poltrona.
«Credo sia giunto il momento di metterci in marcia, se davvero vostro figlio è nei guai non abbiamo molto tempo a disposizione. Torneremo con delle notizie. Qualunque esse siano.»
La druida si alzò, invitando Marcus a fare lo stesso.
Mirta annuì, mentre con un fazzoletto si asciugava le lacrime che a stento riusciva a trattenere.
Norman congedò gli ospiti con un cenno della mano, poi si lasciò andare sulla poltrona, sospirando.
I due uscirono lentamente e in silenzio dalla casa assieme a Bernardo, che li salutò augurandogli buona fortuna per poi ritornare al suo ufficio.
Non restava altro da fare che dirigersi nella foresta, con la speranza di trovare un qualche indizio che indicasse la strada per ritrovare il piccolo Mirmo.

«Non riesco a credere di essermi cacciato in una situazione simile.» brontolò ad un tratto Marcus mentre camminavano di nuovo al di sotto delle fitte chiome degli alberi.
«Ho perso tutto quello che avevo per colpa di questo stupido amuleto, e ora mi ritrovo ad aiutare degli halfling per ottenere cosa? Una scorta fino a Forte Harmbridge? Non facevamo prima ad andare da soli? I sopravvissuti all’attacco del mio villaggio sono a un giorno di cammino davanti a noi, se ci sbrighiamo forse riusciamo a raggiungerli...»
La druida smise di camminare e sospirò seccata.
«Smettila di lamentarti Marcus! Sai bene che quello che porti con te non è un semplice amuleto. E’ come la luce di una lampada e i malvagi sono attratti da esso come falene nella notte.»
Fece una pausa esaminando velocemente il terreno circostante in cerca di tracce, poi riprese:
«Abbiamo bisogno dell’aiuto degli halfling se vogliamo raggiungere velocemente e senza rischi la Città Imperiale. Avventurarci fra queste colline è rischioso, è vero. Ma è anche vero che è la vita di due persone ad essere in gioco e se noi possiamo fare qualcosa per salvarle, perché non provarci almeno?»
Marcus sembrò pentito del tono che aveva usato e delle parole che aveva detto: infondo la druida aveva ragione, quei due piccoli halfling non dovevano passarsela meglio di lui in quel momento. Le sue lamentele erano davvero fuori luogo.
Sostò qualche istante pensieroso, poi cercò di rettificare quanto aveva detto.
«Sì, hai ragione... ma resta comunque il fatto che questa scampagnata ritarderà ancora di più il nostro viaggio. Non è forse l’amuleto una priorità?»
La druida accennò un sorriso
«Non ti preoccupare di questo, trovare quei due ragazzi in realtà non ci porterà via molto tempo. Lascia fare a me»
La druida si avvicinò ad una quercia che si trovava proprio davanti a loro e appoggiò il suo orecchio al tronco sussurrando alcune parole che lì per lì Marcus non comprese, probabilmente si trattava di elfico.
Il ragazzo fu quasi tentato di chiederle cosa stesse facendo, ma ormai era abituato ai comportamenti bizzarri della giovane elfa e si limitò ad osservare in silenzio senza disturbarla.
Una volta finito quello che stava facendo, la druida stacco l’orecchio dal vecchio tronco e fece una semplice, quanto stupefacente, affermazione: «Mirmo è passato da qui. E’ andato ad Est». Quando si voltò verso il ragazzo, questo si accorse che essa aveva un espressione alquanto preoccupata.
«Che cosa c’è ad Est?» chiese prontamente.
Eleanor sapeva bene cosa li attendeva verso Est, e non era certo nulla di buono. Stavano per entrare infatti nel territorio controllato dai goblin e là ancora più ad Est sorgeva Mighdull, un’antica fortezza ormai caduta in rovina, motivo di contesa fra le varie tribù della zona. Ma Mirmo non poteva certo essere arrivato fin lì, non vivo almeno.
La druida non rispose, Marcus intuì che ciò non prometteva nulla di buono. Tentò invano di richiamare la sua attenzione per la seconda volta, ma niente. Ecco che già si era incamminata verso un altro albero più avanti ripetendo il gesto di prima, poi ancora ed ancora man mano che procedevano nella direzione che gli alberi indicavano loro.
Improvvisamente Eleanor si bloccò di colpo, il suolo sotto i loro piedi era fangoso e si potevano distinguere nettamente le tracce di due piccoli piedi tozzi che andavano nella loro stessa direzione.
«Ci siamo quasi, Mirmo è passato di qui.» concluse poi.
«Andiamo allora, perché ti sei fermata?»
«In questa zona il terreno è cedevole, l’acqua deve aver scavato nella roccia molti cunicoli sotterranei. Dobbiamo stare attenti a dove mettiamo i piedi o finiremo di sotto senza nemmeno accorgercene.»
«Mirmo potrebbe essere caduto di sotto?»
«E’ possibile, a giudicare dalle tracce che ha lasciato sembrerebbe che stesse fuggendo da qualcosa, se è così è facile che non abbia visto in tempo il pericolo.»
I due proseguirono cautamente seguendo le orme lasciate dal piccolo mezzuomo fino a giungere ad un ampia apertura nel terreno, nascosta parzialmente dall’erba alta e da un cespuglio di rovi che sembrava voler gettarsi al suo interno, tappezzando le pareti della buca di una nuvola di piccoli fiorellini bianchi e di altrettante fastidiose spine.
Marcus si avvicinò cautamente all’orlo del precipizio, poi guardò di sotto.
La buca era talmente profonda che non era possibile vederne il fondo, né capire dove essa portasse. Vi era solo un’oscurità totale che a al ragazzo faceva venire la pelle d’oca.
Fece un altro passo avanti per poter vedere meglio ma all’improvviso sentì la terra sgretolarsi sotto il suo piede. Diversi detriti precipitarono nella grossa buca e, dopo qualche istante, si poteva sentire echeggiare il rumore dei sassi che rimbalzavano sulle pareti di pietra del baratro.
Il ragazzo impallidì di colpo
«Fai attenzione!» gli urlò subito la druida. «Coraggio, dammi la mano... non è sicuro stare così vicini al bordo»
La druida gli porse la mano e lo aiutò ad allontanarsi dalla buca per evitare ulteriori crolli.
«Che facciamo ora?» domandò poi lui. «Se è davvero caduto in quella buca non credo sia ancora vivo.»
Eleanor ignorò completamente le parole del giovane, infatti stava già pensando a come avrebbero fatto a cercare Mirmo là dentro.
Poi assunse la tipica espressione di chi ha appena avuto un idea.
«Calarsi attraverso quell’apertura è troppo rischioso per entrambi... »
Si fermò per qualche istante per guardare all’interno della buca, poi riprese.
«Però io posso farcela... potrei scendere laggiù e vedere se riesco a trovare qualche sua traccia. Tu resta qui!»
«Non se ne parla! Non è pericoloso?»
A Marcus non piaceva affatto quell’idea. Va bene, quella druida sembrava avere sempre ragione e questo era dannatamente irritante, però non voleva le accadesse nulla di male. Il solo pensiero gli faceva mancare il respiro e contorcere le budella.
Ma Eleanor non aveva perso tempo e, mentre ancora lui protestava, aveva assunto la forma di un pipistrello dal manto rossastro e ora già planava giù per l’apertura.
«Bene, perfetto! E ora che faccio?» si chiese fra sé il ragazzo.

Buio, era buio pesto. Eleanor si muoveva agilmente sbattendo le ali a destra e a sinistra per scansare gli ostacoli che avvertiva nella sua traiettoria di volo.
Sentiva che stava scendendo lungo un tunnel tortuoso, all’improvviso il tunnel confluiva in una stanza più ampia.
Non riusciva a vedere un gran che ma, grazie all’udito finissimo, riusciva a captare il suono dei suoi squittii che rimbalzavano sulle pareti della caverna e così riuscì a dedurre che vi era come una specie di arco scolpito nella pietra che conduceva verso un’altra stanza, ancora più ampia.
Il suo istinto le diceva che c’era qualcosa che non andava, o almeno il suo istinto di pipistrello.
La druida si interrogò riguardo a questa sensazione di angoscia che stava provando, che cosa c’era nell’altra stanza?
Fece per imboccare l’apertura quando urtò contro una sostanza appiccicosa che pendeva dal soffitto.
In poco tempo perse il controllo del volo, un’ala le si era impigliata in quella che sembrava essere una ragnatela.
Una ragnatela così forte e ampia da riuscire a trattenere un pipistrello poteva esser stata realizzata soltanto da....
Si rese conto allora che era meglio interrompere subito la sua forma animale prima di attirare troppo l’attenzione.
Senza indugiare ulteriormente assunse di nuovo la sua forma originale: la ragnatela si spezzò sotto il suo peso e l’elfa rotolò a terra.
Non poteva più contare sull’eco localizzazione, doveva trovare un altro modo per farsi strada in quell’oscurità totale.
Nel silenzio della caverna riecheggiarono le parole magiche: «Ohman Akti Auros».
Le pupille di Eleanor iniziarono ad allargarsi a dismisura, fino a riempire completamente le sue orbite.
Lentamente iniziò a distinguere dapprima i lineamenti confusi delle pareti, poi la vista si fece sempre più chiara fino a che non riuscì a distinguere nettamente ciò che vi era attorno, anche se i colori erano smorti e il tutto sembrava avvolto da una strana atmosfera bluastra.
L’elfa si scosse la polvere dai vestiti, levandosi di dosso anche i rimasugli della ragnatela in cui era finita poco prima.
Qualcosa catturò la sua attenzione: a terra si potevano vedere alcune orme impresse nel sottile strato di polvere che ricopriva il pavimento. Erano le orme di Mirmo, le stesse che avevano seguito fin lì.
Sicuramente si trovava all’interno della caverna, non c’era tempo da perdere.
La druida si fece strada con il falcetto attraverso ogni ragnatela che incontrava sul suo cammino. Ogni tanto doveva fermarsi per ripulirlo dai brandelli di ragnatele che vi rimanevano appiccicati.
In un angolo della stanza vi era uno strano bozzolo di ragnatele.
All’interno si poteva vedere una sagoma che ricordava vagamente quella di un halfling.
Diede una serie di rapidi colpi di falcetto fino a che non riuscì a liberare ciò che conteneva.
Fece qualche passo indietro, colta alla sprovvista dal fetore che ne fuoriusciva.
All’interno vi era il corpo ormai putrefatto di un piccolo umanoide, ne rimanevano soltanto le ossa ricoperte da un sottile strato di pelle e muscoli, ormai rinsecchiti... quasi come se ogni liquido e parte molle fosse stata risucchiata dall’esterno.
Non era Mirmo, né sembrava essere il figlio del fabbro: quel corpo giaceva lì già da molto tempo.
Scansionò di nuovo la stanza con lo sguardo, vi erano altre sacche più avanti, alcune persino sul soffitto.
Lacerò diverse altre sacche, con lo stesso identico risultato, poi, all’improvviso, una di esse catturò la sua attenzione: sembrava più recente delle altre.
Dentro vi era un giovane halfling dai capelli dorati, sembrava ancora vivo anche se il suo respiro era molto debole.
Lo afferrò e lo trascinò fuori, sdraiandolo per terra.
Si chinò e gli accarezzò la fronte, ormai divenuta pallida e smorta come il resto del corpo, sussurrando fra se queste parole:
«Non temere piccolo halfling, sei salvo ora. Non è troppo tardi, posso ancora provare a neutralizzare il veleno.»
La druida avvicinò le sue mani sul petto di Mirmo e iniziò a pronunciare una lunga e incomprensibile serie di parole Magi.
Un filo di luce verdastra iniziò a materializzarsi attorno al corpo del malcapitato halfling; poi questa luce, danzando, fluiva dal suo corpo a quello dell’elfa, dissolvendosi in un macabro sibilo.
Eleanor staccò di colpo le mani, poggiandole a terra. Ansimava profondamente e ora aveva la fronte completamente imperlata di sudore.
Mirmo riacquistò lentamente il suo colorito naturale, ed ora anche il suo respiro era tornato regolare.
L’elfa si sedette per qualche istante, era ancora provata dall’incantesimo che aveva appena compiuto. Il veleno ora scorreva dentro di lei: riusciva a controllarlo ma sarebbe stato difficile tenerlo a bada per molto tempo ancora.
Doveva trovare un antidoto al più presto, o sarebbe morta.
Uscire dalla caverna non sarebbe stato affatto facile, e non poteva certo trasportare il corpo di Mirmo nelle condizioni in cui era.
Prese lo zaino del piccolo halfling e glielo mise sotto la nuca, adagiandolo nella posizione più comoda possibile. Presto avrebbe riaperto gli occhi, ora bisognava solo trovare un modo per uscire da lì.
Ma qualcosa si muoveva nell’oscurità, il suo frenetico zampettare riecheggiava nella caverna. Stava venendo verso di loro.

Capitolo 5 (parte seconda)


Rating:
 13+ (:bulletyellow:)

Non sono uno scrittore professionista e non ho studi letterari alle spalle, sicuramente ci saranno degli errori nel testo. Se ne notate qualcuno o avete dei suggerimenti vi prego di farmelo sapere in modo tale che io possa migliorare. (visto che ce ne saranno tanti, usate le note se possibile, almeno non intasiamo i commenti xD)
Grazie in anticipo per il vostro aiuto e il vostro supporto.
Buona lettura!


Avalornpedia


Il Vocabolario

Halfling: umanoide di bassa statura, simile agli umani nell’aspetto. Hanno orecchie leggermente a punta e i loro piedi sono lunghi e tozzi.



INDICE:

[link] - Capitolo 1 - Tutto ha inizio da un amuleto... (parte prima)
[link] - Capitolo 1 - Tutto ha inizio da un amuleto... (parte seconda)

[link] - Capitolo 2 - Il Circolo degli Antenati (parte prima)
[link] - Capitolo 2 - Il Circolo degli Antenati (parte seconda)

[link] - Capitolo 3 - Sapere antico (parte prima)
[link] - Capitolo 3 - Sapere antico (parte seconda)

[link] - Capitolo 4 - Un giorno da leoni (parte prima)
[link] - Capitolo 4 - Un giorno da leoni (parte seconda)

[link]- Capitolo 5 - Il figlio smarrito (parte prima)
[:reading:] - Capitolo 5 - Il figlio smarrito (parte seconda)

[link] - Capitolo 6 - La Tribù del Ragno (parte prima)
[link] - Capitolo 6 - La Tribù del Ragno (parte seconda)

[link] - Capitolo 7 - Legami di sangue (parte prima)
[link] - Capitolo 7 - Legami di sangue (parte seconda)

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