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La Citta' dei Morti

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Xandrex91's avatar
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Correva l'anno 2254 del calendario Antico. A quei tempi, in una valle sperduta ai piedi dei monti settentrionali, sorgeva un'antica città elfica di nome Almatiryl, nota ai giorni nostri come "La Città dei Morti".
Gli elfi avevano da poco iniziato la ribellione contro l'oppressione Yurghon e diverse città avevano già ottenuto l'indipendenza, tra cui anche Almatiryl.
Quello che rimane della città ai giorni nostri è solo un tiepido riflesso di ciò che fu un tempo. Ora non è altro che un cumulo di rovine abitate da orripilanti esseri in putrefazione e dai fantasmi del passato.
Questa è la sua storia, è la storia di un amore perduto e del disperato tentativo di riportarlo alla vita.

Tutto cominciò in un tranquillo pomeriggio d'autunno.
Ad Almatiryl vi era una facoltosa e virtuosa accademia di magia, forse la migliore di tutto il continente.
In quell'accademia studiava un apprendista di nome Mereleth. Egli era profondamente innamorato di una giovane chierica di nome Ellebet, ed anche lei lo era di lui.
Riuscivano a vedersi di rado a causa dei loro studi, ma nonostante ciò riuscivano a scriversi di continuo lunghe lettere d'amore.
Quel pomeriggio Mereleth era assorto nei suoi studi, come sempre del resto.
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta della sua stanza. Era un messo, e portava con se una lettera intestata proprio a lui.
La lettera portava il sigillo del Tempio dell'Eterno ma non presentava alcun mittente, il giovane apprendista allora la aprì con fare impaziente.
"Forse è un'altra lettera d'amore di Ellebet" pensò tra se. Non era così.
Portava brutte notizie... la sua amata Ellebet era molto malata, sembrava fosse qualcosa di grave. La malattia era arrivata come in silenzio, entrando così violentemente nelle loro vite.
Mereleth fu sconvolto da tale notizia e non perse tempo. Sfidando i suoi superiori, riuscì ad ottenere diversi permessi per andare a trovarla tutti i giorni al tempio.
Ma le cose andarono sempre peggio. Ellebet diventava sempre più debole con il passare dei giorni, la morte era vicina ormai.
Nel triste giorno il suo amato Mereleth era accanto a lei, le stringeva le mani con gli occhi colmi di lacrime. "Non te ne andare Ellebet, troverò una cura... te lo prometto".
La ragazza mosse lentamente la testa di lato e lo guardò negli occhi.
"Non essere triste per me. È giusto che io vada...l'Eterno ci insegna che la morte non è la fine... è solo l'inizio."
"No, no, no! I sacerdoti del tempio ti hanno riempito la mente di sciocchezze! Sono sicuro che esista un rimedio anche per la morte! Deve esserci!"
Ellebet accennò un sorriso, poi ammonì il giovane. "Oh, Mereleth... sei sempre stato così sicuro di te... la magia non può fare tutto, non può essere la soluzione ad ogni cosa..."  la chierica tossì, poi riprese. "La mia ora è giunta... ti prometto che un giorno ci rivedremo... e finalmente staremo insieme per sempre."
"Troverò il modo, tu vivrai di nuovo, te lo prometto. E staremo insieme per sempre!"
Ellebet chinò il capo e si spense.

Passarono i mesi e l'autunno lasciò velocemente posto al gelo all'inverno.
Mereleth trascurava da tempo i suoi studi, tutte le sue energie erano impiegate per la ricerca di una cura. La Cura era diventata ormai la sua ossessione.
Dopo aver consultato ogni possibile libro di magia e dopo aver archiviato svariati fallimenti, il giovane mago decise di abbracciare le arti della necromanzia.
Lentamente tutti coloro che lo amavano e che gli erano vicino, lo abbandonarono credendolo pazzo.
Fu persino espulso dall'accademia quando l'Arcimago venne a sapere delle sue pratiche nascoste.
Ma tutto questo non scoraggiò il giovane: senza l'appoggio dei suoi amici e senza alcun laboratorio in cui praticare le arti, egli trovò comunque un modo per continuare le sue ricerche.
Rubò alcuni libri dell'accademia e si rifugiò per qualche tempo all'interno di una piccola cripta nel bel mezzo del Campo dell'Eterno Riposo, il grande cimitero di Almatiryl. Col favore delle tenebre, egli riuscì a trafugare la salma della sua amata Ellebet e a nasconderla all'interno della cripta stessa.
Prima ancora di riuscire a restituirle la vita, Mereleth aveva un problema ancor più grave: mantenere intatto il corpo della sua amata, preservandola dalla corruzione che inevitabilmente l'avrebbe sfigurata.
Dopo alcuni giorni di ricerche e di esperimenti, il giovane riuscì a trovare un modo di conservare momentaneamente il corpo di Ellebet combinando due diversi incantesimi molto potenti. Riuscì a imprigionare un cono di gelo all'interno di un globo di invulnerabilità, grande quanto la bara in cui era posta. Ma ciò richiedeva un enorme sforzo, e l'energia sprigionata dal mago non era sufficiente a far durare il tutto più di qualche ora. Aveva bisogno di un catalizzatore magico, che rendesse la reazione più duratura in attesa della Cura.
Mereleth si intrufolò allora nell'accademia e riuscì a impossessarsi di un  preziosissimo Cristallo del Mana. Questi antichi cristalli fungono ancora oggi da immensi pozzi da cui i maghi più abili attingono il loro potere, direttamente dalla Trama.
Il giovane mago riuscì in qualche modo ad utilizzare il cristallo come una enorme fonte di energia per alimentare il suo incantesimo di conservazione.
Era fatta...era riuscito nel suo intento, il corpo della sua amata era salvo. Mereleth osservò commosso il suo lavoro, dopo di che si mise subito al lavoro per trovare finalmente la Cura.
Il primo esperimento fu quello di usare i corpi di persone morte recentemente tentando così di riportarli alla vita. Il suo nascondiglio nel cimitero era perfetto: poteva sapere dove e quando ci sarebbe stata una sepoltura.
Il risultato si dimostrò deludente, al primo tentativo non accadde nulla, nel secondo, invece, riuscì a rianimare i corpi... ma erano così freddi e... vuoti. Essi lo seguivano ovunque emettendo gemiti e i loro occhi erano fissi nel vuoto. Mereleth era così disgustato che cercò di mandarli via in molti modi, senza risultati. Egli fu così costretto a distruggerli con uno dei suoi incantesimi...
"Che cosa ho fatto?" si disse tra se. "Ma... non posso arrendermi proprio ora, la Cura è vicina, lo sento."
In tutta la città ormai gli davano la caccia, si fece largo la notizia di un saccheggiatore di tombe e iniziarono le pattuglie anche nei cimiteri. Il mago era in trappola e sentì il bisogno di più risorse per continuare le sue ricerche. Aveva esaurito i suoi risparmi e si era messo fin troppo a rischio con le sue visite continue all'accademia.
Era in un cimitero, chiuso in una cripta e le guardie non ci avrebbero messo molto a trovarlo, a meno che...
Mereleth decise di usare l'unica arma che aveva a disposizione in quel momento: i morti, ne rianimò quanti più possibile quella notte, indipendentemente dal loro stato di corruzione.
In breve tempo si ritrovò con un piccolo esercito di non-morti pronti ad eseguire qualsiasi ordine il mago avesse per loro.
Li usò per difendersi dalle pattuglie regolari al cimitero, e quando lo scontro era inevitabile riutilizzava i corpi dei soldati stessi per rimpiazzare le perdite, con risultati migliori.
Egli ordinò ai morti di saccheggiare diverse carovane di mercanti per finanziare le sue ricerche.

Passarono i mesi, e gli abitanti vivevano ormai nel terrore; alcuni di essi fuggirono dalla città, vittima di misteriose sparizioni e continui attacchi da parte dei non-morti.
Il potere e le conoscenze di Mereleth, invece, crescevano sempre di più ma nonostante ciò egli continuò ad archiviare numerosi fallimenti nel tentativo di trovare la Cura.
Lavorò anche sulle anime e gli spiriti, cercando un modo di imprigionarli, ma anche lì archivio solo fallimenti dando origine a spettri e fantasmi che infestarono in poco tempo il cimitero.
Passarono altri dieci anni prima che Mereleth entrasse in possesso di un libro che descriveva nel dettaglio il modo per imprigionare l'anima di un mago in un filatterio, rendendo il suo corpo immortale.
"Ancora nessun segno della Cura..." pensò il mago "Devo sottopormi a questo rituale, se funzionerà su di me, allora potrei essere davvero vicino alla soluzione."
Il povero Mereleth era talmente ossessionato dalla Cura che non si rese conto che quel libro, in realtà, descriveva la creazione di un Lich.
Per sottoporsi al rituale aveva bisogno di altri Cristalli del Mana, e di altri preziosissimi reagenti magici; il mago decise quindi che era giunto il momento di sferrare un attacco all'accademia. Così facendo avrebbe anche soddisfatto il suo desiderio di vendetta nei confronti di coloro che gli voltarono le spalle nel momento del bisogno.

Ormai indebolita dalla ribellione contro gli Yurghon e decimata dagli attacchi dei non-morti, la città non riuscì ad opporre molta resistenza contro Mereleth.
I valorosi soldati che erano rimasti a difendere la città caddero tutti nel giro di una notte, anche loro vittima della corruzione che si propagava dal grande cimitero.
Assaltare l'accademia fu il passo più difficile, Mereleth e il suo esercito di non-morti affrontarono una schiera di maghi che morirono quasi tutti per difenderla.
Nessuno sa cosa ne fu dell'Arcimago, secondo alcune voci egli se ne andò dalla città il giorno prima dell'attacco, forse nella speranza di ottenere un qualche tipo di aiuto dalle altre città.
Alla fine Mereleth si sottopose al rituale ma, appena si ritrovò davanti a uno specchio, si accorse che era diventato anche lui un non-morto. Ora non era altro che un cadavere scheletrico, dotato di vita e intelligenza propria. Si dice che le sue urla di disperazione e di rabbia furono udite fino al castello di Almatiryl quella notte.
Il mago divenuto Lich lanciò allora una potente maledizione su tutta la città con i nuovi strumenti in suo possesso: chiunque fosse morto nelle terre adiacenti la città, sarebbe divenuto a sua volta un non-morto.
In poche settimane, con il costante arrivo di nuovi morti da controllare, Mereleth prese il totale controllo della città assaltando il castello e uccidendone il re.
"Ora più nessuno oserà ostacolarmi, posso finalmente cercare la Cura... in pace."
Egli si trasferì nella torre più alta del castello, portando con se il corpo della sua amata.
Ordinò inoltre ai suoi non-morti di proteggere il castello e la città da chiunque fosse giunto, in modo tale da non disturbare le sue continue ricerche.
Passarono i secoli e la città fu lentamente ridotta a un cumulo di macerie, non vi sono mai più state notizie di Mereleth, ne della sua Cura.
La leggenda dice che egli si aggiri ancora oggi all'interno del castello e che sia ancora alla ricerca della sua Cura.
Nessuno fin ora è mai riuscito ad entrare nella città e a tornare vivo, il fato del mago che dannò un intera città per amore di una donna è destinato quindi a rimanere avvolto dal mistero.
Dopo tanto, troppo tempo, eccomi di nuovo qui...
Beh sono finalmente riuscito a finire un approfondimento sul mondo in cui la mia storia si svolgerà.

Solo una cosa: con questo scritto mi sono cimentato un poco nel racconto formato leggenda-storico e mi sono spostato verso un genere più dark, come potete immaginare dal titolo.

Non è un gran che, avrei potuto sicuramente fare meglio... ma questo mi è uscito e questo è.
© 2011 - 2024 Xandrex91
Comments8
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Asraphel's avatar
Evviva, finalmente l'hai pubblicato!
Ti ho già detto cosa ne penso quella volta su msn :D
Mi piace come scrivi soprattutto per la tua brevità e, a differenza di me, non ti soffermi su lunghe e noiose descrizioni inutili... ahimé unica cosa che sono capace di scrivere ;__;
Quindi ti meriti un bel Bravo! Well done!
Se continui a mettere sempre di più alla prova te stesso, non ne potrai uscire che una persona migliore in tutto e per tutto =)
Non vedo l'ora di leggere altri tuoi scritti!